Chips di polenta con salsa ranchera

Cucinato da Barbara
In casa siamo abituati a consumare la polenta solo nelle fredde giornate invernali, accompagnata magari da un saporito e ipercalorico sugo con salsicce. Immaginate quindi la mia sorpresa quando, a pranzo da mia cognata, mi sono ritrovata un gustosissimo antipasto con delle chips di polenta! Sapore spettacolare, gusto davvero unico, ma non osavo chiedere la ricetta per realizzarla, immaginando tempi immemorabili passati davanti ai fornelli a girare la polenta, poi magari a friggerla…


A togliermi dall'imbarazzo ci ha pensato il maritozzo, che ha ingenuamente chiesto alla sorella come avesse preparato quei gustosissimi triangolini.

“A fare la polenta non ci vuole davvero nulla” è stata la risposta sorridente della sorellina “Se usi la polenta precotta in 8 minuti è pronta, poi ci vuole un po’ per farla raffreddare e dorare in forno, ma sono cose che puoi fare mentre prepari la salsa di accompagnamento. Ora sinceramente le dosi non le ricordo a memoria, ma la trovi in internet insieme a tante altre preparazioni in cui mai avresti supposto di utilizzare la polenta!”.

E così dicendo mi ha fatto vedere sullo smartphone il sito, dove c’è davvero una miriade di ricette: è possibile fare una ricerca scegliendo per tipologia di prodotto base, per tempi di cottura, per portata o anche per ingrediente che viene utilizzato nella ricetta.

Siete curiosi di conoscere la ricetta delle Chips di polenta con salsa ranchera che ho mangiato? Per realizzare questo gustoso appetizer per sei persone vi occorreranno: 1/2 confezione di Polenta Precotta Gialla, 250 g pomodori, 1/2 cipolla piccola, 1 peperoncino, 1/2 spicchio aglio, 25 g burro fuso,  olio extravergine d’oliva, sale e pepe nero.

La parte più facile è preparare la polenta: basta mettere sul fuoco una casseruola con 750 ml d'acqua e una volta raggiunta l’ebollizione, salare e versare a pioggia la farina di mais, mescolando poi con un cucchiaio di legno, lasciando cuocere  per 8 minuti.



Si aggiunge quindi il pepe nero, fresco di mulinello, per aromatizzare la polenta e la si versa in uno stampo di 24x10 cm, livellando con un cucchiaio unto e lasciandola poi raffreddare. Mentre la polenta si raffredda e si addensa, si prepara la salsa, sbollentando i pomodori dopo averli incisi con una X, per poi sbucciarli, eliminare i semi e tagliarli a quadretti.

In una padella con l’olio si fa dorare la cipolla tritata con l’aglio, si uniscono i pomodori, il peperoncino e si lascia cuocere, dopo aver salato, per 5-10’.

Si riprende quindi la polenta, togliendola dal contenitore e tagliandola prima a fettine dello spessore di ½ cm e poi ogni fettina in triangoli.

Si mettono i triangoli di polenta sulla placca protetta con carta-forno, li si spennellano con un po' di burro fuso e si fanno tostare in forno a 200°-220° per 6-8 minuti.

Pronti con l’aperitivo: serviamo le chips di polenta con la salsa.



Spaghetti alla Barcolana

Cucinato da Barbara
Conclusa la 49esima edizione della Barcolana, dopo la proclamazione del vincitore Spirit of Portopiccolo, ho provato a fare un piatto realizzato da Edoardo "Edi" Scocchi, cuoco dell'approdo di Canovella degli Zoppoli, per un anno anche cuoco ufficiale della U.S. Triestina Calcio. Avendola solo mangiata, ho provato a rifarla a casa, il risultato è stata una vera bontà!


Per quattro persone ho utilizzato:

2 spicchi aglio
le foglie di un bel mazzetto di prezzemolo
400g pomodorini maturi
500g alici
olio extravergine d'oliva
sale e peperoncino
320g spaghetti
scorza di limone non trattato

Tritare finemente l'aglio e farlo imbiondire nell'olio.

Aggiungere poco prezzemolo finemente tritato, poi i pomodorini tagliati a pezzetti e le alici, diliscate, pulite e tagliate a metà.

Salare e portare a cottura, unendo a fuoco spento poca scorza di limone tritata.

Lessare la pasta al dente e condirla con il sughetto, cospargendo alla fine con altro prezzemolo trito.

Pronti in tavola!



Fagioli serpente in umido

Cucinato da Barbara
Acquistati quest'estate in Toscana, hanno un sapore un po' diverso dai comuni fagiolini, un po' più amarognoli ed erbacei, li ho preparati con la ricetta che mi ha dato la fruttivendola del mercato che me li ha venduti. Ho scoperto poi sul sito Agriturismo Diavolino che non sono semplicemente dei fagiolini più lunghi del normale, ma che appartengono alla stessa famiglia dei fagioli comuni (Fabacee), ma al genere vigna e non al genere phaseolus (il nome scientifico del fagiolo comune è appunto phaseolus vulgaris).  


Innanzi per pulirli, dopo averli lavati accuratamente, non vanno spuntati né va tolto il filo (non ce l'hanno!) come ai più usuali fagiolini, ma va tagliata solo l'estremità che sta attaccata alla pianta.

Quindi li ho lessati per 3-4 minuti in acqua bollente salata, poi scolati e passati in acqua e ghiaccio;  ho scelto di lasciarli interi, ma potreste anche tagliarli a pezzetti per comodità.

Per ogni chilogrammo di fagioli serpente, ho utilizzato 800g di pomodori perini ben maturi (ma potete utilizzare il peso equivalente di pelati), aglio, olio extravergine, sale e pepe. 

Rosolate in poco olio gli spicchi d'aglio schiacciati (io ne ho messi un paio, ma si può tranquillamente abbondare), unite i pomodori a pezzi, aggiungete sale e pepe e fate cuocere a pentola scoperta per 5-6 minuti. Aggiungete quindi i fagioli, mettete un coperchio e fate cuocere per una decina di minuti. Trascorso questo tempo togliete il coperchio e portate a cottura fino a che i pomodori non avranno rilasciato la loro acqua ed i fagioli saranno... pronti in tavola!




Biscotti al formaggio grana

Cucinato da Barbara
Buzzoole
L’estate è finalmente arrivata e con l’estate ed il caldo torna la voglia di uscire, incontrare gli amici, chiacchierare e scambiarsi piccoli pettegolezzi o semplicemente raccontarsi, lasciandosi alle spalle il freddo e ventoso inverno. Cosa c’è di meglio di un piacevole aperitivo, sgranocchiando un biscotto al formaggio accompagnato da un buon Prosecco?


Per realizzare circa 15 biscotti vi occorreranno:
160 g di farina 00
100 g di burro
90 g di formaggio grana grattugiato
2 tuorli
fiori e foglie di un rametto di rosmarino

Cominciamo con il mescolare la farina, accuratamente setacciata per evitare grumi, unendola al burro morbido. Si uniscono poi il formaggio grana e tutti gli altri ingredienti, lasciando da parte solo alcuni fiori di rosmarino per la decorazione.Quando il composto sarà ben omogeneo, ma ancora morbido, formare un cilindro, avvolgerlo nella pellicola per alimenti e farlo riposare in frigo perché si compatti, per un’ora circa.Tagliare quindi il cilindro in dischetti di 1 cm di spessore e cuocerli in forno già caldo a 180°C per circa dieci minuti. Cospargere con i fiori di rosmarino e servire, una volta freddi.

Maggiori informazioni sul Prosecco DOC Treviso Extra Dry - MO Collection le trovate sul video 




Insalata di riso con wurstel di ceci

Cucinato da Barbara
Per preparare ad esempio l’insalata di riso con wurstel di ceci, vi occorreranno:
200 g di riso Carnaroli, 2 confezioni di Würstel con farina di ceci, 1 mazzetto di erbe aromatiche miste (prezzemolo, aneto, basilico), 4 fettine di zenzero fresco, il succo di un limone, 1 piccolo peperone rosso, 1 piccolo peperone giallo, 100 g di fagiolini, 2 zucchine novelle, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.


Lessate il riso in acqua bollente salata, scolatelo al dente e stendetelo sopra un vassoio per farlo raffreddare. Intanto, pulite le erbe aromatiche e frullatele con 3-4 cucchiai d’olio e 2 prese di sale; versate metà del condimento ottenuto sopra il riso e mescolate.

Frullate il succo di limone con lo zenzero fresco, una presa di sale, una macinata di pepe, 2 cucchiai d’acqua e 4 d’olio. Pulite tutte le verdure e riducetele a pezzetti. Scottate i fagiolini in acqua bollente poco salata per cinque minuti, unite le altre verdure e dopo 1 minuto scolatele tutte insieme. Trasferitele in una ciotola e condite con l’olio allo zenzero preparato. Unite il riso e mescolate.

Riducete a rondelle i würstel, arrostiteli in una padella con poco olio e aggiungeteli all’insalata di riso. Mescolate e servite con l’olio alle erbe rimasto a parte.

Le scaloppine al limone

Cucinato da Barbara
Pellegrino Artusi parla di scaloppine nel suo notissimo libro di cucina "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" e nel suo trattato possiamo leggere “Perché si chiamino scaloppine non lo so, e non so nemmeno perché sia stato dato loro il battesimo a Livorno….. Prendete carne magra di vitella o di vitella di latte, tagliatela a bracioline, battetele, infarinatele e mettetele al fuoco con un pezzo proporzionato di burro ... Conditele con sale e pepe e fatele bollire adagio finché abbiano preso colore da ambedue le parti. Allora bagnatele con la panna e per ultimo con un poco d'acqua o brodo, se trattasi di vitella di latte, onde la salsa non riesca troppo densa e possano cuocer meglio. Servitele con spicchi di limone a parte.”

Sempre a proposito di scaloppine, lo scrittore dice “Forse l'unico sistema è pregare con convinzione, perché le nostre scaloppe o braciole, non escano dalla cottura con la consistenza delle suole di vecchi scarponi. Perché lo fanno, eppure ho scelto la carne migliore, almeno sembrava, l'ho battuta, infarinata con amore, rosolata nel burro di montagna, eppure...”.

Evidentemente all'epoca trovare un taglio di carne che conservasse una certa tenerezza dopo la cottura poteva essere un problema, ma forse era l'aggiunta del brodo a causare questi problemi: i tempi di cottura si protraggono troppo a lungo ed il risultato non è sicuramente dei migliori.

Una preparazione molto simile a quella dell’Artusi, è la ricetta delle scaloppine al limone che ho trovato sul sito Galbani e che ho leggermente modificato, adattandola ai gusti di casa mia ed ottenendo il risultato di una fettina di carne tenera e davvero saporita.


Innanzi tutto ho “infarinato” con amido di mais perché aiuterà a rendere il gustoso sughetto che accompagna le scaloppine, più fine e liscio rispetto alla farina 00.

Poi pensavo di utilizzare la noce di vitello, ma il macellaio, interpellato per l’uso che dovevo farne, mi ha consigliato lo scamone o pezza. E’ un taglio di carne che è formato da grandi masse muscolari e divide il filetto dall'anca. E' molto pregiato, la carne è estremamente tenera e saporita ed ha un basso contenuto di grassi. Meno nobile del filetto e del roast-beef, lo scamone coniuga risparmio e qualità.

In alternativa potete scegliere la noce, un magatello di vitello o di vitellone o anche della fesa di tacchino: le vostre scaloppine saranno più rustiche, ma sempre buonissime e potrete proporle, con tagli diversi di carne, più volte sulla vostra tavola.

Infine nella mia ricetta ho utilizzato i limoni sfusati della Costiera Amalfitana, che rendono questo piatto di così semplice realizzazione di una bontà davvero unica.


Per le scaloppine di vitello al limone per occorre per ogni persona:

1-2 fettine di scamone di vitello
burro
amido di mais
sale
il succo di mezzo limone 
qualche cucchiaio di panna fresca
erba cipollina

Infarinate le scaloppine (se fossero tagliate troppo spesse provvedete ad assottigliarle, battendole con il batticarne) e fatele rosolare a fuoco vivo da entrambe le parti per pochi minuti. Salatele e toglietele dalla padella.

Nel fondo di cottura aggiungete il succo del limone e qualche cucchiaio di panna fresca. Fate rapprendere leggermente, poi rimettete le scaloppine in padella, facendole insaporire per alcuni istanti.

Servite le scaloppine calde, con il delizioso sughetto, unendo la scorza grattugiata del limone (evitate di grattugiare la parte bianca del limone, detta albedo, perché è decisamente amara) e una spolverata di erba cipollina tagliuzzata per finire.

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Insalata di fragole e spinaci or strawberry spinach salad with cheese & pistachios

Cucinato da Barbara
Deliziosa ricetta trovata sul blog lemon tree dwelling: Cathy, l’autrice, ha utilizzato il taleggio, mentre io ho preferito il formaggio fresco di capra.


Per realizzare questa gustosa insalata occorrono:
250g di spinaci baby
1 cestino di fragole mature
100g di formaggio di capra fresco
2 cucchiai di pistacchi sgusciati
Olio extravergine d’oliva, aceto di vino bianco, sale, pepe bianco
Cominciate con il togliere il guscio ai pistacchi, poi sbollentateli per pochi istanti in acqua non salata per togliere anche la pellicina.
Mettete l’insalata in un piatto, aggiungete le fragole a spicchi, il formaggio di capra a fettine, i pistacchi, condite con la vinagrette ben emulsionata.

Pronto in tavola!

Insalata di capesante

Cucinato da Barbara
Un’insalata davvero inusuale, ma non per questa meno buona, che ho trovato sul sito francese Pratico Pratiques.



Per realizzarla avrete bisogno di:
8 capesante
Insalata a vostro gusto
10 grosse fragole mature
Olio extravergine d’oliva
Il succo di mezzo limone
Sale e pepe bianco
erbe secche

Aprite le capesante, sgusciatele e pulitele accuratamente.
Grigliatele avendo cura di cuocerle un paio di minuti per lato (o poco più, dipende dalla grandezza), salandole a fine cottura.
Disponete l’insalata sul piatto, inserite le fragole a fettine e condite con una citronette di olio extravergine d’oliva, il succo di mezzo limone, sale e pepe bianco, ben emulsionata.

Terminate l’insalata aggiungendo le capesante, spolverate con le erbe secche e servite!

A Collecchio edizione 2017 de “Formaggio e compagnia”

Cucinato da Barbara
Per il prossimo fine settimana vi suggerisco una visita a Collecchio in provincia di Parma.

Oltre a visitare il Museo del Pomodoro e passeggiare nel Parco regionale dei Boschi di Carrega, vi propongo per i prossimi sabato primo e domenica due aprile, una visita all’edizione 2017 de “Formaggio e compagnia”, l’annuale fiera che offre la possibilità di divertirsi e degustare pregiati Parmigiano Reggiano, con la possibilità di fare acquisti da portare poi a casa!


La Fiera, che avrà luogo nel Quartiere Il Viale - Viale Giuseppe Saragat, 12 e Viale Sandro Pertini, 31 – a Collecchio (PR), si svolgerà nei giorni di sabato primo e domenica due aprile, con orario dalle 10 alle 22.

I produttori presenti, non solo del territorio, ma anche nazionali e di prodotti tipici, non hanno rinunciato anche quest’anno a far bella mostra delle proprie prelibatezze.

Caseificio Gennari

La manifestazione, organizzata dal Comune di Collecchio in collaborazione con il "Caseificio Gennari" di Collecchio, da la possibilità di divertirsi ed imparare, assaggiando formaggi in abbinamento a miele o marmellate, o golose mostarde ed al prezioso aceto balsamico, mettendo in bella mostra tutti i migliori prodotti della nostra gastronomia nazionale, che potremo poi acquistare e portare a casa.



Ma la vera novità di quest’anno è dovuta dei food truck o chiosco-furgone, praticamente dei camioncini itineranti forniti di una cucina attrezzata che propone pasti di qualità e che troveranno spazio vicino alla tensostruttura attrezzata.



Tutti i piatti che avrete la possibilità di degustare sono stati creati in occasione della fiera, grazie alla collaborazione con il Caseificio Gennari. Volete un’anteprima di ciò che vi aspetta, così da… stuzzicare la curiosità e l’appetito?

La Farm Burger propone un panino realizzato con pane con lievito madre, hamburger di manzo limousine, pancetta stagionata arrotolata, insalata gentile e Salsa al Parmigiano Reggiano del Caseificio Gennari.


Il food truck “Il Cannolo” propone un cannolo siciliano con ricotta di pecora fresca, granella di pistacchio di Bronte, scorza di arancia candita di Ribera o cioccolato di Modica e il Sushita realizzerà il Pistamaki, preparato con riiso, alga nori, salmone, formaggio morbido spalmabile, granella di pistacchio, salsa teryaki.


Questa è solo un'anteprima, i food truck che partecipano sono ben più numerosi, ci sono ad esempio La Tusca, la Polpetteria, la Cool Gelateria (mai assaggiato il gelato salato al Parmigiano?), Pappas ed altri ancora.

Se ancora non sono riuscita a convincervi date un’occhiata al comunicato ufficiale del Comune di Collecchio o ai resoconti giornalistici delle passate edizioni sulla Gazzetta di Parma o sul sito Parma Daily, è una visita di cui sicuramente non vi pentirete!

Fiori di prosciutto crudo e robiola

Cucinato da Barbara
Un secondo piatto o un antipasto, veloci da preparare e che soddisfano il gusto e la vista!


Per dodici fettine di prosciutto crudo dolce ho utilizzato anche:
180g di robiola
Basilico
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe

Passate al frullatore la robiola con il sale, abbondante basilico ed una cucchiaiata di olio: otterrete una crema morbida e molto profumata. Avvolgete su se stesse le fettine di prosciutto, formando dei boccioli che riempirete con la crema alla robiola e basilico, messa in una tasca da pasticceria con una grossa bocchetta o, più semplicemente, con un cucchiaino.

Servite accompagnando da una fresca insalata e irrorando con un filo d’olio a crudo ed una macinata di pepe.

Pesto di cime di rapa

Cucinato da Barbara

Questa estate ho comprato un pesto pronto a base di cime di rapa e siccome ci è piaciuto molto 😊 ho conservato la lista degli ingredienti ed ora che le cime di rape sono al top del sapore ho provato a replicare!


Per realizzare in pesto di cime di rape ho utilizzato:
350g di cime di rapa pulite 
80g di formaggio di pecora stagionato e saporito (la ricetta prevedeva canestrato pugliese, ma non l'ho trovato!)
100g di mandorle
2 filetti di acciughe sott'olio
1 spicchio di aglio rosa di Sulmona
1 peperoncino secco privato dei semi
Olio extravergine d'oliva qb


Per iniziare ho tostato leggermente in forno le mandorle.

Ho poi sbollentato le cime di rapa per pochi minuti in acqua salata, le ho passate poi in una bacinella con acqua e ghiaccio per fissare il colore e le ho scolate.

Ho grattugiato il formaggio di capra ed ho messo tutti gli ingredienti nel mixer, tritando grossolanamente.

Con questa quantità si possono condire 400-500g di orecchiette fresche, ma è adatto a qualsiasi formato di pasta.

Pronti in tavola!

Bord Bia presenta: il manzo e l'agnello irlandese

Cucinato da Barbara
Ho avuto occasione di partecipare ad un evento esclusivo informativo e conviviale, grazie al quale ho imparato a conoscere la pregiata carne di manzo irlandese di Good Herdsmen, azienda nata nel 1989 e parte di ABP Food Group  che, con i suoi capi, è il più grande produttore di carne bovina biologica e di agnello irlandese, prodotti d’eccellenza organica di una magnifica realtà.


Tutto è iniziato lunedì 30 gennaio, quando Bord Bia – IrishFood Board ha accolto l’ottavo membro italiano nell'esclusivo Chefs’ Irish Beef Club club internazionale che riunisce alcuni degli chef leader in Europa nella preparazione della carne bovina irlandese. Alberto Canton, proprietario del ristorante Bocon Divino situato a Camposampiero in provincia di Padova, è pronto ad offrire ingredienti di qualità ai suoi ospiti, in particolare carni di eccellente qualità.

Nicolas Ranninger, Director Italy Bord Bia, accoglie Alberto Canton nello Chefs' Irish Beef Club
Nel corso della serata, dopo un aperitivo accompagnato da sfiziosità, abbiamo avuto modo di gustare una tartare di manzo irlandese biologico con riduzione di whiskey e uovo marinato con porro fritto, a seguire due primi piatti: un risotto al radicchio di Treviso all’Amarone mantecato al taleggio ed un favoloso cappellaccio farcito di agnello irlandese biologico, al profumo di timo.

Agnello biologico irlandese intrecciato alla griglia
Abbiamo poi assaggiato un filetto di agnello irlandese biologico intrecciato alla griglia (era la prima volta che vedevo un piatto presentato in questa modalità!) ed una tagliata di tronchetto scalzato di manzo Irlandese al rosmarino, per finire con un tiramisù scomposto del Bocondivino, il tutto innaffiato da una selezione di Vini d’eccellenza. 


Il giorno successivo ci siamo trovati nella sede di Electrolux Professional di Pordenone, dove insieme ai partners dell'evento Cattel Catering, Abp Ireland, Good Herdsmen Organic Meats, abbiamo conosciuto Bord Bia Irish Food Board, l'ente governativo per lo sviluppo e la promozione dei prodotto alimentari, delle bevande e dell'orticoltura irlandese e, con la presenza di Giorgio Pellegrini Presidente dell'Associazione Macellai di Milano e Provincia e Consigliere Federcarni, ci è stata presentata la produzione biologica di bovino e agnello irlandese.

Quando penso all'Irlanda l'associo immediatamente a immense distese di erba verde ed al celeberrimo quadrifoglio ed è grazie alla salubrità di questi pascoli che la punta di diamante dei prodotti irlandesi, il pregiato manzo biologico irlandese, ha potuto prosperare nel corso dei secoli: per capire quanto le mandrie dei bovini rientrino ormai nel DNA stesso dell'Irlanda, basti pensare che una delle più famose poesie di Padraic Colum poeta, romanziere, drammaturgo e biografo irlandese è "Il Mandriano" ("A Drover"),  che descrive i pensieri di un giovane che guidava una mandria di bestiame da un capo all'altro dell'Irlanda. 


Bord Bia ha promosso il programma di Qualità Assicurata per la carne bovina e l'agnello (BLQAS), grazie al quale i consumatori possono essere sicuri che sulle loro tavole arriverà solo la migliore carne bovina, proveniente da animali allevati tradizionalmente e tutelati secondo gli standard attualmente in vigore, praticamente un ulteriore impegno degli allevatori e dei trasformatori verso l'eccellenza. 

IL BLQAS copre tutti gli aspetti della produzione i carne bovina: dalla gestione degli animali al loro benessere in azienda, alla sicurezza alimentare (HACCP), il benessere del trasporto e la rintracciabilità del prodotto nei macelli, in sale di taglio e impianti di produzione e trasformazione e si affianca alla già rigorosa attività di controllo svolta dal Dipartimento irlandese delle politiche agrarie alimentari e marine.


Ma Bord Bia è andato più in là, si è preoccupato di quello che sarà il paesaggio che erediteranno le future generazioni ed ha sviluppato un modello di calcolo dell'impronta di carbonio specifico per gli allevamenti di bovini in Irlanda, in uso dal 2011 nelle 70.000 aziende agricole aderenti al BLQAS, il primo programma di tutela ambientale nazionale AL MONDO ad includere un calcolo dell'impronta di carbonio.

Rispetto dell'ambiente, rispetto degli animali, rispetto dei consumatori sono alla base della filosofia degli allevamenti organici di manzo e bovino irlandese. Certo è che la salubrità di questi animali, che si cibano esclusivamente di erba, oltre ad offrire al palato un'esperienza sensoriale molto gradevole, conferisce al prodotto delle caratteristiche uniche: livelli più elevati di vitamina A e carotene, un più alto tasso di acidi grassi omega 3 e di CLA (collegato, stando ad un numero crescente di studi scientifici, ad un abbassamento del colesterolo e un minore rischio di contrarre gravi patologie).

L’Irlanda è il luogo “dove la natura è lavata tutti i giorni”, ci racconta John Purcell, Direttore Generale di Good Herdsmen, che produce la carne di manzo irlandese ed ha trasformato i suoi allevamenti, rendendoli  biologici.

E' infatti un paese con precipitazioni abbondanti di cui si deve ringraziare l'influenza mitigante della corrente del Golfo, che porta acque calde al Nord Europa e che permette ai verdi pascoli alla base dell'agricoltura irlandese di continuare ad allevare e produrre con sistemi tradizionali, senza alcun intervento moderno. Ma non basterebbe l'allevamento al pascolo con sola erba per rendere così salutari queste carni. E infatti sono salubri anche grazie alla scarsa attività industriale presente in Irlanda, che fa si che i prodotti che giungono sulle nostre tavole siano privi di contaminanti da metalli pesanti.

La frollatura della carne bovina irlandese avviene poi con antiche tecniche locali, ci spiega Niall Smith Export Manager Italy della ABP Food Group, lasciata appesa "a maturare" in atmosfera controllata e raffreddata molto lentamente (un raffreddamento rapido provocherebbe l'indurimento della carne) dalla due alle quattro settimane, fino a raggiungere gli 8°C.

Sapete qual'è il piatto pasquale preferito in Irlanda? L'agnello! Un agnello che pascola all'aperto per dodici mesi, a cui non viene somministrato ALCUN alimento integrativo e che si ciba al 100 per cento di latte materno e di erba. Un agnello che resta tenero e succoso e che non diminuisce di volume in cottura, un agnello gustoso e delicato e ancora una volta, un alimento che oltre ad essere buono è anche molto sano.


Altra garanzia di qualità è l'iniziativa denominata Origin Green, in virtù della quale le aziende irlandesi addette alla trasformazione delle carni si sono volontariamente impegnate ad attuare programmi di sviluppo della sostenibilità. Le stesse seguono gli articolati della "Carta della Sostenibilità" che delinea obiettivi a breve, medio e lungo termine come fasi di una serie completa di misure di sostenibilità. La conformità è verificata mediante controlli effettuati da organismi indipendenti.

I tagli confezionati delle carni bovine irlandesi e dell'agnello irlandese
Una volta provata questa meravigliosa carne non la si abbandona più! In Friuli Venezia Giulia potrete gustare Irish Beef, ma purtroppo per il momento non ancora organic, alla Trattoria Spetic e nel Ristorante Alla Fonda di Trieste, nel Ristorante Locanda Da Mario e nella Trattoria Sociale di San Dorligo della Valle (TS), mentre potrete acquistarla nei supermercati Coop del Centro Commerciale Torri d’Europa in via Italo Svevo 14/16 a Trieste e nel Centro Commerciale Montedoro in via Flavia di Stramare 119 a Muggia.

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Best in town: Il nuovo Eataly Trieste

Cucinato da Barbara
Apre a Trieste il 34esimo Eataly, il primo store della catena in Friuli Venezia Giulia, il più a est d'Italia, dedicato ai venti  e non potrebbe essere diversamente nella città conosciuta nel mondo anche per essere  spazzata dalla Bora, ma senza farsi mancare Libeccio, Grecale o Maestrale, città che è anche un punto d'approdo di tante diverse culture.


A presentarcela troviamo Antonio De Paolo responsabile del progetto Eataly Trieste: "Splendida questa Eataly affacciata sul mare, resa utilizzabile grazie al recupero della Fondazione CRT Trieste all'interno dell'Antico Magazzino Vini, un edificio storico che si affaccia sul Porto della città. Eataly, un grande mercato dove si possono trovare i prodotti dell'eccellenza italiana, eccellenza regionale e dei territori limitrofi, essendo questo Eataly un po' transfontaliero, con territori molto vicini come Austria, Slovenia, Croazia, che rappresentano l'appendice della Città."


Dalla viva voce del Presidente Esecutivo Andrea Guerra: "Si è lavorato giorno e notte per essere pronti ad aprire Eataly Trieste come se fosse un giorno normale. Cos'è Eataly? Quando si descrive questa fantastica realtà, spesso non si trovano le parole funzionali, formali e corrette, ma si racconta delle emozioni, delle esperienze. Imparare, mangiare, comprare: queste sono le azioni che si possono fare con tranquillità e serenità e cercando di capire che tutto quello che si cerca di fare è mettere a disposizione un pezzo della cultura italiana, non con l'esaltazione della cucina, ma con l'esaltazione degli ingredienti, per l'autorevolezza del cibo della nostra cultura italiana. Troverete sempre davanti ai nostri banchi e ai nostri scaffali un racconto, il racconto del fornitore, il racconto del territorio, il racconto del terreno da cui provengono le cose. 3000mq a disposizione di questa parte d'Italia, la più ad est, per trovare un Eataly più vicino, occorre spingersi fino a Milano."

"La cosa più bella di Eataly Trieste è ovviamente Trieste" ci racconta l'Amministratore Delegato di Eataly Francesco Farinetti "Un grazie ad Antonio De Paolo, che ha fortemente voluto Eataly Trieste, stolkerando mio padre tre anni e mezzo fa. C'è voluto un po' di tempo ma siamo finalmente arrivati, in un momento importantissimo per la nostra Azienda, perché il 27 gennaio 2007 apriva il primo Eataly. E quindi dopo 10 anni essere qui, il nostro 34esimo Eataly, aprire a Trieste, per noi è motivo di orgoglio ed è una emozione che condividiamo con tutta la squadra cui vorrei fare un grande applauso perché ha lavorato per noi: l'ultimo Eataly è sempre il più bello, ma questo con Trieste è veramente stupendo."

Ma come è strutturato Eataly Trieste?


Al piano terra, come nella migliore delle tradizioni italiane, la Piazza è il luogo in cui le persone si incontrano: quella di Eataly Trieste è in effetti un punto di ritrovo importante, nel cuore del negozio. Sulla Piazza si affacciano la Caffetteria, la Gelateria, la Pasticceria e il Wine Bar Pane&Vino, che è la zona dell'aperitivo, aperitivo all'italiana, dove si possono trovare la focaccia, la pizza alla pala, che arriva direttamente dalla Panetteria e tutte le eccellenze dei salumi e dei formaggi, oltre alle eccellenze del vino. Dove all'ora di pranzo troviamo lo spazio dedicato alle insalate, dove poter comporre la propria insalata scegliendo ogni volta tutti gli ingredienti, niente di preparato o preconfezionato.

Quattro spazi adatti ad ogni momento della tua giornata: puoi gustare un buon piatto caldo, un gelato Agrimontana o semplicemente un caffè Illy, per una pausa veloce o un momento di relax in compagnia degli amici.


Al piano terra trovano posto anche la Panetteria, "l'eccellenza dell'eccellenza. In primis perchè abbiamo il forno a legna, primo forno a legna di Trieste che offre dieci qualità diverse di pane con farine macinate a pietra, la pizza alla pala tipica romana o la focaccia, lievito madre di 10 anni" e la pescheria.

"Eccoci al banco del pesce. Anche in pescheria abbiamo scelto i migliori, i migliori che trattavano il pesce, i primi che hanno portato la Gastronomia di mare dentro la pescheria, i primi che hanno portato la cucina di mare, dentro alla Pescheria. Come per tutto ciò che si trova a Eataly, abbiamo il prodotto fresco, che si può acquistare e portare a casa, o lo stesso pesce che vedete viene lavorato e messo poi in vendita oppure cucinato per poter essere gustato qui, nei nostri ristoranti. Abbiamo qui con noi la famiglia Amato, Livio, Cristina e Giada."


"Fondamentale dire una cosa di Eataly" interviene Francesco Farinetti "Eataly non vuole essere una catena. Noi abbiamo 34 Eataly e non è un format, nonostante sarebbe stato molto più facile metterla in piedi in questi dieci anni. Noi parliamo di cibo, cibo vuol dire territorio e ogni territorio è diverso e in Italia abbiamo la biodiversità più buona del mondo, quindi Eataly è come una famiglia con lo stesso cognome, gli stessi valori, ma ha una propria identità, il proprio carattere proprio come una famiglia ha le proprie radici. Qui a Trieste abbiamo la Barcaccia che ha chiuso la propria attività per aprire in Eataly".



Di fronte al bar Wine Bar Pane e Vino troviamo l'Osteria del Vento, con menù che variano giornalmente e dove si può gustare una pizza leggera, con 24 ore di lievitazione, con un panorama mozzafiato e il forno per la pizza che non ha eguali, visto che ha alle spalle la vetrata che affaccia sul mare di Trieste. In estate si possono utilizzare i tavolini all'esterno, mentre in inverno resta la piacevolezza del panorama senza eguali.




Sulla Piazza trovano spazio la Macelleria, la Rosticceria e il banco dedicato ai Salumi e Formaggi. Sono stati selezionati una griglia di prodotti locali, alcuni friulani altri triestini, ovviamente prodotti di eccellenza che sono tali anche per il tanto amore con cui i produttori ogni giorno li lavorano. C'è il famoso e fantastico prosciutto cotto in crosta di pane, che realizza appositamente per Eataly Sfreddo, solo ed esclusivamente con cosce di maiali nazionali, quasi tredici chili di prodotto di solo esclusivo gusto, non ci sono conservanti, non c'è glutammato.


La versatilità dei prodotti, soprattutto nostrani, fatti come una volta, fanno sì che ad esempio il Formaggio Latteria di Fagagna che viene venduto con un'etichetta che determina la sua stagionatura in sei mesi, in realtà abbia stagionato nei locali appositi anche otto mesi, prima di essere messo qui in vendita, con il massimo del gusto. I formaggi possono essere acquistati al banco, oppure al take away, in pratiche confezioni che vengono realizzate quotidianamente anche per i salumi. Viene utilizzata la tecnologia dell'atmosfera modificata: non è un conservante ma solo un antiossidante, vaschette con solo 7gg di scadenza, per dare la possibilità di avere il gusto dell'appena affettato per quei minimi giorni che il prodotto lo consente.

Nella Macelleria troviamo “La Granda”, un’associazione di allevatori nata nel 1996 che hanno dato vita ad un progetto di rilancio della razza bovina piemontese e a una rivalorizzazione del consumo di carne di qualità. Troviamo quindi la Fassona del Consorzio di Tutela della Razza Bovina Piemontese. E' il primo presidio di carne creato, che ha rilanciato a livello economico il terziario e che consente di pagare gli allevatori un 30% in più del libero mercato. Ci sono solo femmine e castrati con un rigido disciplinare di alimentazione dove sono scomparsi completamente silati, soia, integratori, vitamine e antibiotici. La razione è mais, orzo, crusca, fave, fieno. Ma sono stati selezionati anche altri tagli di carne, come il pollo ruspante con un minimo di 120gg di allevamento, le salsicce che vengono realizzate fresche tutti i giorni, il coniglio e altri tipi di carne, che, oltre ad essere venduti nel reparto, sono poi utilizzati dai ristoranti di Eataly o possono essere acquistati già cucinati, nelle ricette più tipiche del Friuli Venezia Giulia e degustati a casa propria.


Al piano terreno c'è anche il mercato del fresco, con tutta la frutta e la verdura presente in Regione, ma ovviamente anche con la tipicità tutta italiana, che spazia in questo periodo dai Bergamotti di Reggio Calabria, alle Arance di Ribera, dal Mandarino di Ciaculli o la Rosa di Gorizia.

Al primo piano c'è quanto serve per rifornire la Dispensa, con una caratteristica particolare. Non c'è il carrello da riempire, una lista della spesa da spuntare, ma un viaggio in cui si possono conoscere fornitori di tutta Italia, con un 20-25% di produttori locali, guidati da Slow Food, con prodotti di eccellenza e con un percorso che va dalle Alpi alla Sicilia, alle Isole. La cosa bella di Eataly è che su ogni prodotto, su ogni scaffale, c'è il racconto della sua storia. Si è cercato di valorizzare quelli che sono i prodotti di questa terra, ma anche quella dei territori limitrofi extra italiani con grande armonia e cercando di far si che si trovi ogni volta una storia, qualcosa di provare, di nuovo e diverso, oltreché buono.


Infine si scende, e a raccontarci l'Enoteca il grande esperto di vini di Eataly Andrea Cantamessa, che ha supportato la squadra di apertura. "Abbiamo cercato di non avere confini, perché la piacevolezza del vino è proprio quella della convivialità. E quindi siamo venuti in questo territorio meraviglioso cercando di "tirare fuori" il più possibile, dando grande risalto ovviamente allo spazio dei localismi, quindi dei vini del territorio, che vanno dal Carso ai Colli Orientali del Friuli, ma a scendere anche verso l'Istria e quindi abbiamo cercato di viaggiare su questo confine immaginario, dando poi spazio agli italiani, sia bianchi che rossi e poi un angolo dedicato alle bollicine, che sono un patrimonio nazionale importante, diventando sempre di più un punto di incontro di tutti i produttori, dall'Etna per arrivare fino alla Valle d'Aosta. Ovviamente non potevano mancare gli Orange Wine, con un'enoteca che spazia dal vino sfuso a 2,50 euro al litro fino alle grandissime riserve di Barolo e quindi come ci piace dire un'Enoteca democratica, per tutti. La zona enoteca è stata divisa in due parti: una sala per i bianchi e le bollicine, altra sala per i rossi con l'aula didattica dove verranno fatti i corsi. La didattica è settore molto importante per Eataly, che ha un programma molto ricco di corsi di cucina, pasticceria, incontri con i produttori e tutta una serie di laboratori che verranno fatti direttamente in negozio per far scoprire al pubblico cosa si prova a lavorare nei vari reparti. "

La Porcina

Cucinato da Barbara
Da quanto sono venuta a Trieste ho imparato ad amare questo lesso, tipicamente servito in un panino con l'aggiunta di senape e rafano. Temevo che ci volesse un taglio di carne particolare per prepararlo, fino a che non ho sentito chiedere al mio macellaio un "taglio di carne per fare la porzina". Ho drizzato le orecchie ed ho scoperto che per realizzarla era necessaria la coppa. A quel punto l'ho comprata anch'io e mi sono fatta dare dal gentilissimo macellaio la ricetta per prepararla.


Per preparare a casa vostra questo ottimo lesso, vi occorreranno:
un pezzo di coppa di maiale di poco più di un chilogrammo
mezzo bicchiere di vino bianco
grani di pepe
2 spicchi di aglio pelati
alcune foglie di alloro
sale

Per accompagnare e servire: senape, kren (rafano), crauti.

Portare abbondante acqua salata ad ebollizione, aggiungere il vino bianco, i grani di pepe, l'aglio e l'alloro ed infine il pezzo di carne.

Cuocere a fuoco basso per un paio d'ore circa.

Togliere la carne dal suo brodo solo al momento di tagliare la porcina a fettine e servirla accompagnandola con kren grattugiato e senape, ottima nei panini.

Se poi vi trovate a fare un lesso, conservate il brodo ed utilizzatelo per cuocere la porcina, che a quel punto sarà ancor più buona!

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